Abstract
Il paper analizza le trasformazioni geopolitiche globali innescate dalla guerra di Gaza (2023–2025) e il loro impatto sugli interessi italiani ed europei, con particolare attenzione all’area mediterranea. L’autore mostra come il genocidio palestinese abbia accelerato uno spostamento degli equilibri strategici, relegando l’Europa a un ruolo periferico nel nuovo ordine mondiale. In questo quadro, la Turchia assume un ruolo centrale grazie a un’operazione diplomatica e d’intelligence decisiva durante l’attacco israeliano a Doha del 9 settembre 2025, che ha determinato il fallimento della strategia israelo-americana, il riposizionamento di alleanze arabe e l’avvio di una “tregua” a Gaza.
La contesa per il gas del Bacino del Levante — risorsa strategica per l’Europa e l’Italia — si configura come un nodo geopolitico cruciale, con la Turchia in grado di ostacolare i progetti energetici israelo-europei e ridefinire gli equilibri nel Mediterraneo. In questo scenario, la politica estera italiana ha abbandonato la storica linea filo-araba e filo-palestinese per allinearsi acriticamente alla strategia trumpiana e filo-israeliana, esponendo il Paese a rischi significativi per i propri interessi strategici ed energetici.
Il paper propone un riposizionamento: “erdoganizzare” la politica estera italiana significa mantenere le alleanze occidentali ma tornare a una postura autonoma, diplomatica e strategica, simile a quella dell’epoca Craxi. Ciò implicherebbe il riconoscimento dello Stato di Palestina, una maggiore cooperazione con Turchia e paesi arabi, e il recupero del tradizionale ruolo italiano nel Mediterraneo per salvaguardare sicurezza, energia e influenza geopolitica.